Lessness, interessantissimo progetto solistico raccontato dal suo creatore

Lessness, interessantissimo progetto solistico raccontato dal suo creatore

Accogliamo calorosamente a Luigi Segnana, aka Lessness, performer poliedrico che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro V. [to the hearts that ache], pubblichiamo con estremo interesse l’intervista a Lessness, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Apprenderemo curiosità, vizi e virtù della musica e della vita, Lessness si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con ConzaPress, le esperienze, come Mashhh! Records,Death by Pleasure, Dance for Burgess, Cristalli Liquidi e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a Lessness!

Com’è nata la passione per la musica? 

E’ nata la prima volta che ho visto il media “Wicked Game” di Chris Isaak. Ho pensato: se è questo quello che succede scrivendo canzoni, beh è proprio quello che fa per me. E con la rapidità di riflessi che mi contraddistingue, 5 anni dopo, ho comprato una chitarra e così ho imparato a suonare il basso.

Successivamente sono entrato in contatto con un albumdei The Cure e quella è stata l’illuminazione definitiva sul tipo di musica che avrei voluto fare.

Com’è nato Lessness e il suo personaggio, il suo sound? 

[lessness] nasce nel 2017 in concomitanza con la pubblicazione dell’Ep “The Night Has Gone To War”. Il nome è tratto da un racconto di Samuel Beckett dal titolo “Sans” tradotto in inglese come lessness.

Il racconto narra di un essere ridotto ad uno stato comatoso, riverso tra le rovine, bloccato in un loop di ricordi del proprio passato.

Era particolarmente adatto a quanto volevo comunicare con le canzoni dell’Ep in uscita.

Come è stato concepito il lavoro V. [to the hearts that ache]? 

V. [to the hearts that ache] nasce per la voglia di reinterpretare alcune canzoni del albumprecedente “Never Was But Grey” in modalità acustica e più intima, ridando loro la veste originale con cui sono state composte, liberandole dagli orpelli e da tutto il superfluo.

Questo Ep è stata l’occasione per avvicinarsi alla strumentazione acustica e per sperimentare sonorità nuove che sarebbero sfociate poi nella produzione di un full-lenght acustico. L’Ep, alla fine, è questo un trait d’union tra la produzione precedente e la produzione in divenire.

E gli EP precedenti? 

I lavori precedenti a questo Ep, e anche questo Ep a dir il vero, nascono sempre da un forte carica emotiva. Vogliono essere delle fedeli riproduzioni di emozioni, ricordi, sogni e quant’altro renda l’essere umano unico e volubile.

Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi? 

L’esordio dal solista è stato nel 2017 e sono passato attraverso parecchie fasi di cambiamento personali ed emotive. Il tutto è ripercorso dai dischi usciti: “The Night Has Gone To War”, “Never Was But Grey” e “V. [to the hearts that ache]. E’ stato un percorso ricco di soddisfazioni e buoni incontri.

Quali sono le influenze artistiche? 

Ho sempre amato spaziare su molti fronti e mi piace ascoltare un po’ di tutto, anche se poi le cose che mi piacciono davvero sono poche. L’importante è che la musica mi trasmetta una forte carica emotiva. Detto questo la musica a cui ritorno sempre e sempre e ancora sempre, è la new wave, che sia l’originale e tradizionale anni ’80 o una delle sue variazioni sul tema uscite in anni più recenti. Artisti di riferimento: The Cure, Siouxie And The Banshees, The Church, Joy Division, Interpol, Editors, Depeche  Mode, Echo and the Bunnymen, And Also The Trees e via dicendo, questi sono anche i gruppi che più influenzano la mia musica.

Quali sono le collaborazioni musicali? 

[lessness] come vuole il nome stesso e come principio base richiede estrema solitudine nel processo compositivo. Pertanto le collaborazioni sono assenti. Ho collaborato con Austin Leeds per il remix del secondo singolo “Where The Night Will Heal Our Pain” tratto dall’Ep “The Night Has Gone To War”. Ne è uscito un buon lavoro, ma mi ha fatto comprendere che la musica che faccio è troppo personale ed introspettiva e faccio fatica a condividerne gli aspetti, soprattutto durante la registrazione e la fase compositiva.

E la collaborazione/i con ConzaPress nel lavoro in promozione? 

La collaborazione nasce già dal primo Ep. Il fatto che tenga botta ancora oggi è significativo di per sé

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica? 

Come dicevo poco fa, la mia musica vive di furore emotivo ed è esattamente quello che voglio trasmettere. Emotività, introspezione, notti insonni e sogni lucidi.

Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi come Mashhh! Records,Death by Pleasure, Dance for Burgess, Cristalli Liquidi? 

Il tutto nasce dal mio incontro con Marco Ricci, produttore di un certo rilievo nella ambito della nostra musica elettronica. Ci piaceva l’idea di produrre musica analogica, è fondammo in questo senso Mashhh! Records con il principio base di registrare i gruppi su nastro, grazie a vecchi registratori a bobina e pubblicare esclusivamente in vinile. Tramite Mashhh! Records abbiamo prodotto gruppi come Death by Pleasure, Dance for Burgess, Casa del Mirto, Cristalli liquidi e altri gruppi che ci hanno dato molte soddisfazioni. Sono stati 5 anni intensi e molto belli. I vinili sono andati a ruba. Letteralmente. Nel senso che nel corso di un festival non proprio astemio, ce li hanno in gran parte scippati. O li abbiamo scambiati per dei cocktail, non ricordo.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti? 

Vedo una scena musicale in forte movimento tanti artisti giovani che si stanno mettendo in mostra molto bene. E’ interessante. Mi piacerebbe ci fosse più spazio anche per offerte musicali differenti più indipendenti, per certi versi, un circuito che si discostasse dal mainstream. Ovvio che il periodo che stiamo vivendo non aiuta molto.

Oltre al lavoro in promozione quale altro elaborato musicale ci consigliate di ascoltare? 

Consiglio di ascoltare tutti i brani di RIKI, gruppo di LA. Se invece intendevi un altro dei miei brani direi How Should We Love This Fever? che se lo merita.

Come stai vivendo da performer e persona questo periodo del covid-19? 

E’ un periodo piuttosto difficile sia da musicista che da appassionato di musica. Per il momento mi dedico alla composizione e alla registrazione. E’ stato un periodo prolifico, da questo punto di vista.

Quali sono i programmi futuri?

A breve cominceranno ad uscire i primi singoli del nuovo full-lenght che uscirà presumibilmente in settembre. Spero, a breve, di poter fare qualche live.


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