Disco rotto è il nuovo album dei The Framez
I The Framez pubblicano l’album Disco rotto, composto da dieci tracce con un obiettivo comune, quello di farsi portatori di un funk rock travolgente, con arrangiamenti che non rinunciano ad avere ampi sezioni di solo suonato, ripudiando la strumentazione digitale e sposando un’impostazione analogica, con il sudore della sala prove che si percepisce da ogni nota.
Testi che partono da pensieri, storie e sfoghi personali per abbracciare problemi che riguardano la generazione di trentenni che si trova senza una rotta da poter seguire per costruire un futuro che consenta di progettare a lungo termine, con la chimera del posto fisso e la precarietà a farla da padrone. Conseguenza inevitabile è il senso di inquietudine e di insoddisfazione costante che la band prova a scacciare attraverso la musica, a ballare sui problemi che l’affliggono nel proprio quotidiano. La band sarà dal vivo il 12 luglio a Stazione radio, L’ex sottostazione di Milano Centrale, rigenerata come podcast factory dove si produce l’energia per una nuova cultura della sostenibilità.
La descrizione dell’album track by track
Disco rotto: Descritta è la situazione complessiva del nostro Paese, dominato da un sistema fallito a prescindere dal partito politico che si ha alla maggioranza, che utilizza il problema immigratorio come capro espiatorio per distorcere l’attenzione e nascondere l’incapacità di risolvere le questioni economico-sociali che hanno portato ad un abbassamento del potere d’acquisto delle famiglie e all’eliminazione progressiva del ceto medio.
Fai quello che ti pare: Uno delle problematiche del nostro presente (e futuro) riguarda la salvaguardia ambientale. Le parole, spesso urlate, non portano a soluzioni pratiche e condivise dalla cittadinanza. La Terra sembra arrendersi e nel ritornello invoglia l’uomo a trattarla senza rispetto, con la speranza vana di una presa di coscienza collettiva.
Cade il velo: Si sono fatti progressi negli ultimi anni ma ancora emerge, soprattutto tra i giovani, la paura di mostrarsi fragili. Le vicende della nostra esistenza plasmano la nostra personalità e ci ritroviamo fortificati o abbattuti dalle esperienze negative che sono inevitabili. Pochi hanno il coraggio di non nascondere le debolezze ed è preferibile recitare un copione che finisce per anestetizzare le emozioni.
In cerca di guai: Un dialogo con la vita, in grado di regalarci sia gioie che dolori, quasi come se fosse una ragazza che ci tradisce e che non comprende che stiamo male per lei, eliminando così la fiducia che riponevamo in lei. In preda a questo vortice da cui è difficile uscire, il moto d’orgoglio deve essere solo risvegliato per ritornare ad avere ottimismo nei confronti del futuro.
Paranoie e lividi: Uno dei brani più intensi e personali, una ballad con strofe parlate che ricordano Giovanni Truppi, il racconto della difficoltà di navigare in mezzo alla tempesta, dare fiducia agli altri dopo che si sono subite delle delusioni, la propensione ad aiutare gli altri anche per non soffermarsi su come risolvere i turbamenti interiori che sono lasciati in un angolo in attesa che passino da soli, con il finto sorriso da mostrare in pubblico e la finzione che tutto vada bene.
Hel L.A.: Tra i pezzi più leggeri, con un ritornello accattivante e di facile presa, una vacanza negli Stati Uniti, la frenesia del momento, l’immaginazione di un inferno con cui bere e ballare con artisti americani che hanno fatto della trasgressione il loro marchio di fabbrica, la sensazione di non dover pensare a niente se non a se stessi, staccare dagli impegni quotidiani e non porsi nemmeno il problema del ritorno.
Love Machine: Il ’68 ha portato con sé ideali di pace e uguaglianza che si sono scontrati con una società contemporanea incentrata sull’egocentrismo, sul capitalismo e sull’odio nel confronto del diverso. La macchina dell’amore doveva salvare l’uomo ma la sua indole non potrà essere modificata.
Cabaret: I media descrivono ciò che succede al giorno d’oggi. Si fa fatica a distinguere tra finzione e realtà, è una risata amara quella che emerge, tra maschere che si indossano e si cambiano con troppa facilità, tra l’apatia verso gli altri e la ripetizione delle solite immagini e dei soliti discorsi. Il mondo sarebbe migliore se le radio continuassero a trasmettere il rock’n’roll, genere che porta avanti delle battaglie sociali che adesso nessuno ha la forza di combattere.
Hey God: Una conversazione al bar, tra un drink e un altro, in cui l’ateismo è professato con molti dubbi rivolti al buon uso della preghiera, le parole del pontificato che non aiutano concretamente a risollevare le sorti di conflitti, disuguaglianze di ogni tipo, in una società che gira intorno alla valuta.
Egon Schiele: L’album si chiude con una dedica sentimentale, una storia d’amore da vivere all’antica, con due persone che si uniscono non per solitudine ma perché mossi da una pulsione fisica ed emotiva, l’invito a fuggire dalla vita che si è fatto sinora come in un quadro del pittore espressionista viennese.
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I The Framez nascono nel 2023 quando Lorenzo e Francesco decidono di riprendere la missione di portare un po’ di funk rock in Italia. Così, dopo alcune collaborazioni con Yazee, rinomato producer della scena rap, i due sentono il richiamo della sala prove e trovano in Nicolò e Giovanni i perfetti membri per dare vita al loro progetto artistico. La band ha appena concluso, presso Reclab Studios e sotto la supervisione di Larsen Premoli, le registrazioni del primo album Disco Rotto e sta proseguendo un’intensa attività live, con esibizioni in locali storici di Milano come il Rock and roll, Bobino e lo Spank.